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Immagine del redattoreMauro Bramardi

Massimo Carlotto La signora del martedì



Con La signora del martedì (Edizioni e/o) Massimo Carlotto sposta i confini del genere e supera se stesso Massimo Carlotto festeggia venticinque anni di carriera con un nuovo romanzo. Nuovo in tutti i sensi: La signora del martedì (Edizioni e/o, 212 pagine) da poco in libreria, infatti, porta il genere noir oltre i confini di sé stesso, sperimentando qualcosa di inedito, prendendo per mano le regole del romanzo di genere e spostandole un po’ più in là, verso un mondo letterario nuovo. Non che non siano riconoscibili lo stile, il ritmo e la scrittura snella e pulita a cui da anni lo scrittore padovano ha abituato i suoi lettori, quella che cambia è la lente con cui Carlotto si confronta con l’attualità: alle spalle la dirompenza del grigio mondo criminale, stavolta la riflessione sulla società è affidata a tre personaggi inediti e ai confini. Nessuno di essi prevale sull’altro: un attore di film porno a fine carriera costretto a fare i conti col suo declino professionale e fisico, un travestito in là con l’età, che si veste da donna al chiuso delle mura domestiche e da uomo in pubblico per non subire offese ed umiliazioni e la misteriosa ed affascinante signora del martedì. Tre personaggi con un passato particolare vanno in scena in una storia avvincente in cui cattiverie e leggerezze si intersecano dando origine ad un mix esplosivo in cui a farla da padrone è l’ineluttabile dominio del destino. Il tutto con la partecipazione, in penombra, dell’Alligatore, il primo e forse più fortunato dei personaggi creati dalla penna di Carlotto. A riprova del legame con la missione che il noir si è sempre dato, La signora del martedì affronta diversi temi di attualità. E’ la particolarità stessa dei personaggi a suggerire una riflessione sul rapporto, a volte difficile, dell’essere umano con il proprio corpo. Guardarsi dentro e costringersi a essere diversi fuori, per essere compatibili con una società che vuole imporre canoni morali ed estetici. Una sorta di tribunale popolare in grado di sancire l’aderenza al buongusto, ma anche l’innocenza o la colpevolezza di un indiziato, processato da tribunali del popolo istigati da trasmissioni televisive ma anche dalla sempre maggiore preminenza dei social nelle vite delle persone. Quand’è così non c’è da stupirsi di leader politici che sortiscono processi sommari al citofono, in diretta televisiva e social. A essere messo in discussione è il valore stesso della libertà e le basi per poterla garantire. Lo scrittore padovano riesce a scrivere di tutto questo compensando il velo di malinconia suscitato dalle difficili vicende di tre persone ai margini, con una misurata dose di sarcasmo. La signora del martedì è un libro che si legge d’un fiato. Non solo perché l’autore veneto supera sé stesso andando oltre sé stesso, ma perché dimostra che c’è ancora chi vuol scrivere degli ultimi e per gli ultimi, andando al profondo delle questioni, indagandole con garbo ed intelligenza, con tatto e rispetto. Non basterà, ma anche la letteratura può dare il suo contributo ad affrontare quest’epoca di superficialità e pensiero semplice. Meglio se riesce a farlo con l’estro e la fantasia di romanzi come questo.

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